13
Novembre
2020

Modelli organizzativi: parla il neopresidente Ancod Mirko Puccio

ANCOD, acronimo di Associazione Nazionale Centri Odontoiatrici, ma ne fanno parte solo alcuni. Quali sono e qual è stato il criterio di scelta?
Ancod può contare su circa 800 centri, con oltre 7 mila medici odontoiatrici, 8 mila dipendenti adeguatamente formati e circa 700 milioni di fatturato totale, circa il 10 per cento del mercato del settore. Ogni società associata, in fase di domanda di registrazione è sottoposta a rigidi controlli, sia finanziari, sia relativi alla qualità delle cure fornite ai clienti. Non è un caso, quindi, che alcuni brand del nostro settore non risultino associati: nella maggior parte delle ipotesi, non hanno risposto ai requisiti minimi di affiliazione. Ad oggi sono rappresentati i 6 gruppi più importanti, che rappresentano oltre il 50% del segmento. Ma siamo sempre aperti ad altre adesioni, nel rispetto delle nostre linee guida.

La presidenza Puccio prevede novità e iniziative?
La presidenza ha visto la propria genesi in un periodo particolare, a livello nazionale e globale, per via dell’emergenza Covid-19, con tutto ciò che ne è conseguito in termini di salute pubblica e di tenuta di interi sistemi industriali. Anche nel periodo di sospensione delle attività non essenziali, i centri associati ANCOD si sono responsabilmente resi disponibili a eseguire procedure indifferibili o di emergenza, attenendosi alle normative anti-contagio. Molti degli studi tradizionali hanno invece temporaneamente chiuso l’attività. Per il futuro l’auspicio è che si possa continuare a investire nello sviluppo del nostro settore, che rappresenta un’eccellenza nel panorama medico italiano. I nostri centri sono gestiti da manager in grado di fornire ai clienti i migliori trattamenti, sia sanitari, sia economici. In questa fase sarà inoltre importante continuare a lavorare in sinergia con i nostri associati per assicurare una comunicazione corretta sul nostro settore e le nostre attività, permettendo ai clienti – ma anche alla politica – di riconoscere le fake news relative al nostro comparto.

Si parla molto di modelli organizzativi volti alla tutela del paziente: avete pensato a settori come ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, e altro?
Ogni azienda associata ha le proprie strategie. L’azienda che rappresento, per esempio, sta investendo moltissimo in tecnologia 3D, software di supporto all’attività delle strutture e abbiamo appena aperto una struttura di R&D con 4 ingegneri biomedicali guidata dal nostro comitato scientifico. Quello che cerchiamo di fare come associazione è darci delle linee comuni e degli standard di sviluppo degli obiettivi che garantiscano il massimo della qualità per i pazienti di tutte le società che rappresentiamo.

Come procede il dialogo con gli organi competenti, con particolare riferimento alle CAO nazionale e provinciali?
Ancod è da sempre a disposizione per una fattiva collaborazione con CAO e ANDI e con tutte le sigle che rappresentano il settore e i suoi professionisti. In passato abbiamo assistito, alcune volte, ad atteggiamenti che potevano risultare aggressivi nei nostri confronti. Sono certo, tuttavia, che considerata la situazione che il Paese si trova a fronteggiare, l’approccio sarà quello della correttezza e della fattiva collaborazione tra le parti. CAO e ANDI possono sapere che siamo dalla stessa parte, ovvero quella della tutela della salute orale dei cittadini italiani e del rispetto e avanzamento della professionalità degli odontoiatri, che peraltro sono una parte essenziale, l’anima stessa delle nostre società.

Dopo la chiusura nel periodo del lockdown, avete riaperto con protocolli rigidi per dipendenti e collaboratori. Vi risulta che sia stato apprezzato dai vostri pazienti in termini di prevenzione e di salute?
I gruppi associati ANCOD sono allineati ai protocolli ministeriali per la gestione in sicurezza dei centri dentistici con procedure spesso anche più stringenti. In questi mesi ci siamo impegnati a formare il personale, ad assistere i pazienti più urgenti e a rispondere anche a distanza a tutte le richieste che sono pervenute. Sono certo che le nostre strutture sapranno far fronte a tutte le sfide che questi tempi ci stanno riservando: sia quelle di ordine sanitario, legate alla sicurezza all’interno dei centri associati, sia quelle di carattere economico-finanziario.

Avete idee su come migliorare la qualità delle cure?
Anche in questo ambito, ogni azienda associata segue le proprie strade per ottenere il massimo per il proprio paziente. In comune abbiamo tutti, però, una struttura di guida medica consolidata ed efficiente: i rappresentanti medici di ogni azienda, infatti, si riuniscono nel Comitato Scientifico di ANCOD che valuta le misure da proporre per aumentare il livello di qualità e di sicurezza dei nostri pazienti. Il primo progetto sul quale hanno lavorato è la creazione dei protocolli Covid-19, ancora più rigidi di quelli poi approvati dal Comitato Tecnico Scientifico, che abbiamo adottato tutti nello stesso momento.

Capitale e Professione odontoiatrica: quali i vantaggi e quali le criticità?
Tantissimi vantaggi e nessuna criticità. Il capitale è un’opportunità per la categoria e per il settore. Per la categoria, perché offre nuove e diverse opportunità di crescita professionale, un lavoro per molti giovani colleghi che prima avevano più difficoltà a trovare un impiego e anche la possibilità per molti professionisti attivi da anni di diversificare la loro attività. Per il settore, perché la liberalizzazione ha inoltre portato investimenti nel Sud Italia e l’immissione di capitali in ricerca, sviluppo e tecnologia per rimanere al passo della migliore qualità delle cure. Alcune frange della nostra categoria pensano che si dovrebbe tornare indietro rispetto alla legge del 2017: non siamo d’accordo, le società garantiscono una netta separazione tra gestione manageriale e direzione tecnico-scientifica a garanzia sia della salute dei pazienti, sia della salute economica delle cliniche, fondamentale in un periodo dove garantire presidi sanitari alla cittadinanza è un dovere anche etico. Il medico odontoiatra è e deve rimanere ad essere il solo soggetto autorizzato a predisporre i piani di trattamento e a comunicarli al paziente secondo protocolli e deontologia medica, controllato direttamente dagli ordini locali: abbiamo un rispetto sacrale della professione e siamo pronti a collaborare per valorizzarla ancora di più.

Fonte
Management Odontoiatrico
https://www.managementodontoiatrico.it